Il giorno 18 aprile, in occasione del 79° Anniversario della Liberazione, si svolgerà, presso la caserma Lamarmora di via Asti, la cerimonia di commemorazione dei Partigiani caduti, incarcerati e torturati in quella sede.
La sezione di Torino vuole ricordare in questa circostanza il sacrificio di un Vigile del Fuoco che proprio lì perse la vita:
La giornata del 26 aprile 1945 si svolse in modo drammatico. Le forze tedesche e fasciste tentarono di riconquistare le posizioni perdute nella Città di Torino. I resistenti cercarono con le poche armi leggere, le poche bombe molotov, ma con tanto coraggio e determinazione, di difendere le fabbriche e le zone della città conquistate al nemico. Un nemico che lentamente si chiudeva nel centro cittadino attorno ai loro quartieri generali: corso Oporto oggi corso Marconi, l’Albergo Nazionale in via Roma sede delle S.S. tedesche, la Caserma Dogali di via Asti sede della GNR.
Nell’assalto della famigerata caserma di via Asti, dove vennero torturati e assassinati molti partigiani e partigiane, cadde la mattina del 27 aprile, il vigile del fuoco Giuseppe Gibellino, accorso con Angelo Graziano e altri colleghi dal distaccamento collinare «Picco» a pochi passi dall’obiettivo, per dar manforte ai compagni della 5a Divisione SAP, impegnati nella battaglia.
Alle prime luci del 27 aprile la 5a Divisione riprende in forze l’attacco. Le posizioni di attestamento si snodano a semicerchio avvolgendo la zona fortificata contesa, passando per piazza Borromini, salendo attraverso le piazze Ghidini ed Hermada e lungo la zona precollinare prospiciente la caserma. Una squadra di ardimentosi composta dal comandante di distaccamento S.A.P. La Grutta Renato, De Lorenzi Rino e tre volontari della «Matteotti» traina da corso Casale al corso Alberto Picco un cannoncino da 75/17. […] Il nemico assediato si difende disperatamente, tenta sortite con i numerosi carri armati di cui ancora dispone, validamente contenuto dai valorosi reparti S.A.P. Verso le 14, i fascisti iniziano il tiro contro il pezzo da 75/17 con i loro mortai.
Una battaglia impegnativa e difficile perché i fascisti disponevano ancora di un buon quantitativo di materiale bellico.
In quel momento al pezzo si trovava Gibellino con Graziano più altri compagni del distaccamento. Mentre faceva fuoco con il cannoncino contro la caserma Dogali, dalla stessa partì un colpo di mortaio di risposta che esplose vicino al gruppo. Gibellino investito in pieno dalla deflagrazione morì all’istante. Erano le ore 14.00 del 27 aprile 1945.
Graziano, pur ferito al ventre, riuscì a raggiungere, con non poche difficoltà, il distaccamento per chiedere aiuto ai compagni comunicando loro che Gibellino era stato colpito.
Giuseppe Gibellino faceva parte della XXIII Brigata partigiana SAP garibaldina “Pensiero Stringa”, formata da centinaia di Vigili del Fuoco di Torino. Lasciò la moglie e la piccola figlia. Nacque a Torino il 28 maggio 1911. Capitano Maggiore del 1° Reggimento Genio dal 1940 all’8 settembre 1943, venne assunto nel Corpo il 16 giugno 1944 e svolse il suo servizio al distaccamento collinare «Alberto Picco».
Il 30 aprile si svolsero gli imponenti funerali delle numerose vittime che si ebbero tra le fila dei partigiani nei giorni della liberazione di Torino. Tra questi Giuseppe Gibellino.
Fu uno dei 32 vigili del fuoco partigiani, morti per la libertà.
Oggi, una targa posta in c.so Alberto Picco 34, in prossimità dell’incrocio con strada Alle Sei Ville, Lo ricorda.
(testo tratto dal libro “La Città sotto il fuoco della guerra” di Michele Sforza. Rodorigo Editore.)