Sono bambine, bambini e adolescenti che hanno perso tutto, orfani che hanno dovuto fuggire dal loro stesso orfanotrofio fin dai primi giorni dell’invasione russa dell’Ucraina.
Dalla devastata Mariupol verso la Polonia e ora in Piemonte, dove sono ospitati, insieme alle loro tutrici, dalla Parrocchia dei SS. Pietro e Paolo di Castellamonte, nel Canavese.
Giovedì 11 agosto, l’Unicef e la Sezione ANVVF Torino, hanno offerto agli “Angeli di Mariupol” una giornata un po’ diversa dalle altre: la visita al Museo Egizio e al Museo Nazionale del Cinema con una allegra pausa pranzo presso la sede della Sezione ANVVF Torino.
Negli occhi di questi bambini e ragazzi, oltre alla sorpresa, qualche timido sorriso con il quale hanno accolto questo momento di serenità, coinvolti dall’affetto delle volontarie e volontari dell’ANVVF e dell’Unicef.
Prima della pausa pranzo, presenti il Dirigente Vicario Ing. Luigi Capobianco e Funzionari del Comando, il Consigliere Comunale Angelo Catanzaro ha portato il caloroso ed affettuoso saluto della Città di Torino ai piccoli ospiti.
In tavola un ricco menù confezionato dallo Chef Paolo Zanet, docente della prestigiosa scuola alberghiera torinese “Colombatto” il tutto con l’accompagnamento di un sottofondo di musica pop ucraina, a partire dal brano vincitore dell’Eurovision Song Contest 2022 e dalla versione ucraina dell’ormai globalizzata “Bella ciao”.
La giornata, dopo la consegna dei gadget offerti dalla Città di Torino, è proseguita con la visita al Museo Nazionale del Cinema, realizzato all’interno della prestigiosa Mole Antonelliana, monumento simbolo della città di Torino.
Ad accompagnare i giovani ucraini nelle loro visite in città, insieme ai volontari della Sezione ANVVF, le mediatrici culturali Natalia Meylunas e Nina Limanova, russe ma residenti a Torino da diversi anni coadiuvate dalla volontaria ANVVF Yulyia Bilan.
I giovani rimarranno a Castellamonte fino al 21 agosto, poi il ritorno in Ucraina: ma non nella loro città di provenienza, Mariupol è ormai devastata e sotto il controllo russo ma a Mukhacevo, nella regione dei Carpazi, città più sicura in quanto lontana dalle attuali aree di combattimento.