Secondo i dati dell’Oms, nel 2022 le temperature estreme sono state responsabili di 15.000 morti in Europa.
Si registra inoltre un trend crescente della mortalità proporzionale al crescere dell’età, con un aumento del 21% nelle persone al di sopra degli 85 anni.
Per far fronte a questo problema Il Ministero della Salute ha realizzato anche per l’anno 2024 la campagna “Proteggiamoci dal caldo” al fine di informare la popolazione su come prevenire gli effetti del caldo sulla salute.
A tal fine dal 20 maggio si ha l’attivazione del Sistema nazionale di previsione e prevenzione degli effetti del caldo sulla salute con la pubblicazione dei bollettini per l’estate 2024 sul sito Ondate di calore del Ministero della Salute elaborati dal Dipartimento di Epidemiologia Ssr Regione Lazio.
Il sistema è distribuito in 27 città italiane e consente di individuare, giornalmente, per ogni specifica area urbana, le condizioni meteo-climatiche a rischio per la salute, soprattutto delle persone vulnerabili come anziani, malati cronici, bambini, donne in gravidanza, persone che assumono farmaci.
Per tentare di mitigare questo devastante cambiamento climatico gli scienziati di tutto il mondo suggeriscono, anzi impongono di ridurre drasticamente le emissioni di gas a effetto serra e proteggere le zone di assorbimento come oceani e foreste, che immagazzinano questi gas.
Come in molti Paesi occidentali, anche in Italia la popolazione anziana è in netto aumento: gli ultrasessantacinquenni sono ormai ben oltre il 20% della popolazione.
L’età della pensione è un buon momento per acquisire uno stile di vita più sano, dedicando più tempo all’attività fisica, (con passeggiate, corsi di ballo e attività sportive organizzateovviamente adeguate alle condizioni fisiche di ognuno ) e alla preparazione dei pasti per sé e per i propri familiari. Non a caso il consumo di alcuni alimenti che richiedono più tempo di preparazione (legumi, verdure, minestroni, ecc.) è più frequente negli individui di questa età.
Tuttavia essere anziano vuol dire anche avere necessità specifiche dal punto di vista nutrizionale, con una condizione troppo spesso associata a qualche problema di salute in più.
Dal punto di vista fisiologico, l’invecchiamento è un processo di progressiva “fragilizzazione” dell’organismo, che si manifesta con una graduale riduzione della funzionalità di organi e apparati e con un conseguente aumento del rischio di malattia. (linee guida CREA 2018)
Le abitudini alimentari inadeguate sono causa di un numero elevato di decessi e risultano essere superiori a un qualsiasi altro rischio, incluso il fumo. Il fenomeno è da imputare a una dieta ricca di grassi e di sodio, povera di cereali integrali, di frutta e di micronutrienti fondamentali, ma anche le restrizioni dietetiche, sono responsabili di carenze nutrizionali e di sarcopenia, in particolare negli anziani.
Il tipo di alimentazione da consigliare a un individuo dipende quindi, dalle sue condizioni fisiologiche, dall’età, dalle analisi ematochimiche e dallo stile di vita, includendo l’attività fisica e lo stato mentale.
Occorre considerare non solo la quantità, ma anche la relazione tra i singoli nutrienti presenti negli alimenti, gli effetti dell’intera dieta sul soggetto e non del singolo nutriente, in quanto, tra essi possono instaurarsi combinazioni fisiologiche ottimali.
Per questo la dieta mediterranea (Figura 2), esempio nutrizionale ispirato ai modelli alimentari diffusi in alcuni Paesi del bacino mediterraneo, risulta essere la più equilibrata e fornisce diversi benefici come la riduzione degli indici infiammatori.
Esistono diverse varianti di questa dieta, ma tutte hanno in comune alcuni elementi: convivialità, consumo di olio extra vergine d’oliva e di vino rosso, elevato consumo di verdura, frutta, legumi, cereali, pesce; moderato consumo di latte e latticini, soprattutto sotto forma di formaggio, e basso consumo di carne rossa.
La dieta occidentale, regime alimentare presente soprattutto negli Stati Uniti, si basa, invece, su un consumo elevato di grassi saturi e di zuccheri raffinati, e su un consumo molto ridotto di fibre. Questo modello alimentare ha, quindi, un impatto negativo sulla salute favorendo lo sviluppo di malattie croniche legate all’alimentazione. Nella dieta statunitense, povera di calcio (Ca), magnesio (Mg), potassio (K) e di vitamine liposolubili (A, D, ed E), ma ricca di fosforo (P), sodio (Na) e molte vitamine del gruppo B, il problema di fondo potrebbe essere un’alterazione dei rapporti tra i vari micronutrienti .
Gli anziani possono contrastare l’effetto sulla propria salute dei cambiamenti climatici scegliendo o limitando i vari nutrienti, il tipo di cottura, migliorando le proprie abitudini alimentari.
Un soggetto adulto sano normopeso, può tranquillamente avere un tipo di alimentazione basata su uno schema di tipo mediterraneo, cioè con 5 pasti giornalieri, almeno 6-8 porzioni di frutta e verdura, cereali integrali e proteine nobili della carne e del pesce ma anche ,con l’utilizzo delle uova fino a 4-5 volte a settimana e soprattutto alternare con proteine vegetali derivate dai legumi che condivisi con alcuni alimenti forniscono un profilo amminoacidico completo.
L’anziano invece è maggiormente soggetto a malnutrizione, con valori bassi di albumina e con l’aumentare dell’età, inoltre tende a cambiare un po’ il dispendio energetico, ovviamente in senso negativo, pertanto con uno stile sedentario, la massa metabolicamente attiva si riduce e di conseguenza si favoriscono le patologie metaboliche come Diabete di tipo 2 .
Inoltre ci sono diversi farmaci che interferiscono con alcuni alimenti, per esempio gli anticoagulanti.
Però in generale, l’anziano, attraverso una buona alimentazione, può e deve prevenire l’osteo- sarcopenia, ossia la perdita di minerale osseo e massa muscolare che è il disturbo più rilevante che affligge l’anziano portandolo velocemente verso le più diffuse patologie cronico- degenerative. Con l’introduzione di proteine nobili ma anche con l ’aumento di attività fisica, è possibile evitare l’instaurarsi di questo meccanismo.
Tanto premesso, le carenze più comuni sono di vitamina B6 e B12, che troviamo nelle carni, acido folico (verdure in foglia, cereali, limone.), vitamina D (esposizione solare nelle prime ore del mattino , salmone, uova, sgombro…) e minerali quali calcio, zinco e ferro.
Quindi un esempio può essere, come detto prima, l’uso delle uova che contengono l’albumina, proteina trasportatrice, fondamentale per il mantenimento della pressione oncotica, vanno consumate soprattutto a colazione, magari aggiungendo un frutto, oppure facendo un pancake con dei frutti di bosco alternando con una fetta di pane bruscato e con della ricotta di pecora. Occorre abbinare alle proteine del pasto sempre un piatto di verdure crude preferibilmente a pranzo e cotte preferibilmente a cena per una migliore digestione ed assimilazione dei nutrienti ma soprattutto per mitigare le scorie azotate che provengono dalle proteine animali e che nell’anziano potrebbero aggravare la funzionalità epatica e renale.
l’importante ad ogni pasto è sempre garantire nei cibi i tre macronutrienti principali, carboidrati, proteine e grassi.
In generale vanno sempre evitati i cibi raffinati, processati come , gli insaccati, e soprattutto lo zucchero i derivati dello zucchero o quelli raffinati come il fruttosio contenuto nei succhi di frutta, forte aggravante della glicemia e quindi nocivo per chi soffre di diabete, se non abbinato alle fibre della frutta.
Inoltre, anche un eccesso di sale aggrava una situazione di ipertensione arteriosa.
Come bevanda è necessario preferire sempre acqua, almeno 1,5 lt al giorno variabile a seconda della composizione corporea e dall’esercizio fisico svolto.
Quindi una buona abitudine è quella di fare sempre una colazione nutriente con uova, yogurt, cereali, frutta, semi oleosi, pane integrale e miele. Un pranzo con dei cereali integrali come riso, orzo, farro oppure patate accompagnato da una porzione di carne o pesce o legumi o formaggi freschi o uova, un contorno di insalata mista con finocchi, rucola, ravanelli, spinacino.
È importante che l’anziano non salti mai la cena, quindi occorre fare un pasto leggero ma con una porzione di carne o pesce o legumi o uova abbinata a delle verdure cotte.
C’è anche un altro problema nell’anziano che gli fa evitare di mangiare ed è la masticazione.
Per risolvere tale inconveniente occorre cercare di frullare e rendere a pezzi più piccoli quei cibi che risultano difficili da masticare. Per gli spuntini è buona abitudine una manciatina di frutta secca, che contiene omega 3 e triptofano, che, vedremo in seguito, abbinata ad un frutto fresco, ma anche 3-5 olive verdi , ricche in grassi sani monoinsaturi e polinsaturi che aumentano il senso di sazietà abbinate a verdure crude come carote, ravanelli, sedano e cetrioli.
Le cotture migliori sono quelle al forno o al cartoccio per il pesce, la cottura lenta e a basso grado per le carni, tipo slow cooking, e al vapore per le verdure per mantenere tutte le vitamine e i minerali.
L’alterazione dell’umore negli anziani sta continuando ad essere un vero e proprio problema sociale: i casi di depressione e di ansia depressiva si sono quintuplicati!
E allora è interessante sottolineare che ci sono cibi che possono aiutare a migliorare il morale degli anziani in questo periodo climatico complicato, in cui le relazioni sociali, vista la partenza per le vacanze di chi li assiste, sono ridotte al minimo.
Una cena in compagnia è importante per tutti, ma a maggior ragione per i nostri anziani, che andrebbero tutelati, assieme all’affetto dei propri cari con la ricerca dei cibi “amici” del buonumore , che aiutano cioè la produzione di determinati ormoni che allontanano lo spettro della depressione.
Le proteine assunte sia a pranzo che a cena fanno aumentare vitalità e motivazione, poiché contengono grandi quantità di tirosina e fenilalanina, aminoacidi che il nostro organismo utilizza per produrre dopamina, il neurotrasmettitore della “felicità”. Abbinando le proteine ai carboidrati aumentiamo il trasporto di tirosina al cervello, quindi ne potenziamo l’effetto. L’altro aminoacido importantissimo per il benessere e con un ruolo anche antidepressivo è il triptofano, che si trova nella parte proteica dei cereali e che serve per la formazione della serotonina, altro neurotrasmettitore del “buon umore/felicità”. Non a caso gli alimenti che ci offrono più triptofano sono anche i più ricchi di zuccheri ( pasta, riso, patate…), perché l’insulina che si stimola, facilita il trasporto di triptofano al cervello e la sua conversione in serotonina. Gli alimenti che non devono mancare quindi sono: riso, mandorle, miele, anacardi, uova, cioccolato fondente, latte vaccino.
Vista la ridotta attività fisica causata dal costante peggioramento delle condizioni climatiche vanno un po’ cambiate le solite abitudini.
L’attività fisica svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento di un buono stato di salute in particolare come detto prima, per l’anziano è l’unico mezzo per contrastare la sarcopenia, ossia la perdita di massa muscolare perché questo aggraverebbe il suo stato di salute. Viceversa, una buona percentuale di massa muscolare al livello di composizione corporea li “protegge” da agenti patogeni, migliorando il sistema immunitario ma anche il loro profilo glicemico e lipidico. Quindi è importante, se il movimento è poco, ridurre un po’ le quantità delle porzioni ma senza eliminare i cibi più graditi.
Viste le attuali condizioni climatiche è preferibile svolgere esercizio fisico al mattino presto tra le 5.00 e le 8.00 comunque, anche se si rimane a casa, è buona abitudine fare dei piccoli esercizi a corpo libero per 30 minuti ad intensità moderata, come consiglia l’OMS per mantenere tonici i muscoli.
L’importante è sempre seguire i suggerimenti di un professionista del settore senza affidarsi al fai da te.
Con le temperature elevate ci possono essere più difficoltà nel fare la spesa e allora che tipo di scorta andrebbe fatta per riempire la dispensa?
Sicuramente frutta e verdure di stagione non devono mai mancare, ma anche le verdure surgelate sono una valida alternativa se non si vuole uscire troppo spesso.
Poi abbiamo detto le uova, alimento fondamentale, citato in precedenza, che si mantengono bene anche per diversi giorni, carne e pesce, che si possono surgelare, yogurt e formaggi freschi che si mantengono abbastanza bene. Nella dispensa non devono mai mancare i cereali integrali (pasta, riso, farro, avena, orzo), i legumi secchi, ma vanno bene anche quelli freschi già cotti nei contenitori di vetro, si conservano e sono pronti all’uso.
Anche il tonno in scatola va bene, da preferire sempre nei contenitori in vetro, ma anche sgombro e salmone; la frutta secca, messa in barattoli chiusi, per non fare irrancidirne i grassi.
Anche il pane si può prendere fresco e poi surgelare oppure comprarlo confezionato scegliendo una buona qualità fatta con farine integrali.
“Promozione e monitoraggio della salute con incremento della performance nel personale VVF”.
Il progetto sopracitato nato al Comando VVf di Roma, per quanto concerne il benessere del personale, ha visto protagonisti molti VVf in pensione che hanno partecipato con entusiasmo riportando risultati incoraggianti.
Il progetto ancora in essere prevede una visita approfondita del soggetto sia a livello nutrizionale, sistemico, posturale, indicando la strada da percorrere per uno stile di vita sano e corretto soprattutto per le persone fragili, come previsto dal Ministero della Salute.
Dott. Massimiliano Penna
Ispettore Antincendi CNVVF
Biologo nutrizionista
Docente al Master di II livello “Stress, Sport, Nutrizione” presso L’Università La Sapienza di Roma
Dottore in Scienze Motorie e delle Attività Sportive Istruttore tecnico federale F.I.P.E. (CONI)
Dott.ssa Nicoletta Canitano
Medico chirurgo specialista in Psiconeuroimmunologia e Nutrizione ClinicaDocente al Master di II livello “Stress, Sport, Nutrizione” presso L’Università La Sapienza di Roma