…La tragedia poco dopo mezzanotte a Quargnento, poco distante dal mulino, dopo il bivio per Fubine, in via San Francesco d’Assisi: nello scoppio di una casa sono morti tre vigili del fuoco, poco più che trentenni, di Alessandria e di Reggio Calabria, un terzo di 46 anni risultava disperso fino a pochi minuti fa. E’ stato trovato morto sotto le macerie. Le vittime sono Marco Triches, 38 anni, Antonio Candido 32 e Matteo Gastaldo, di 46. Altri due pompieri e un carabiniere sono rimasti feriti. Sul posto il comandante provinciale dei vigili del fuoco Marchioni e il comandante dei carabinieri Lorusso. …
Fonte “LA STAMPA”
Si pubblica il Messaggio di Cordoglio ai Vigili caduti del Comando di Alessandria dell’Ufficio di Presidenza del 5/11/2019
LETTERA AI RAGAZZI DEL 2019
Cari Antonio, Matteo e Marco,. il giorno 1 dicembre del 1972 non eravate ancora nati.
Quella notte, i vostri colleghi di Roma sono intervenuti a Largo Telese in un palazzo di dodici piani dove una esplosione di un deposito di fuochi artificiali aveva incendiato tutti i negozi del piano terra, polverizzato sette pilastri portanti e le scale di cemento armato del fabbricato e provocato 15 morti e 65 feriti.
Alla luce delle fotoelettriche e dei bagliori delle fiamme degli incendi, i vostri colleghi hanno messo in salvo decine e decine di persone con le autoscale, scrivendo una delle pagine più belle della nostra storia di Vigili del fuoco.
Nel 1983, caro Matteo, avevi 10 anni e Marco e Antonio non erano ancora nati.
I Vigili di Sassari, quel giorno di una torrida estate, avevano lottato a lungo e vinto un violento incendio che era penetrato all’interno della città di Tempio Pausania, alle Fonti di Rinaggiu.
Determinante era stato anche l’apporto dei tanti colleghi rientrati liberi dal servizio e dell’opera dell’aereo anticendi.
In quel giorno, l’incendio di bosco che si era sviluppato sulla collina di Curragghia, a causa del vento molto violento, dopo aver causato 9 morti e 15 feriti, senza ormai nessun contrasto, si era abbattuto su Tempio dove i Vigili del fuoco erano diventati ormai l’ultimo argine di difesa.
Cari ragazzi, quelle che abbiamo visto, sono solo alcune delle innumerevoli pagine di storia che molti colleghi hanno scritto quando Matteo era ancora bambino e voi, Marco e Antonio, non eravate ancora nati.
Negli anni a venire, forse, tante storie come queste in parte le conoscevate, forse hanno colpito la vostra giovane fantasia quando qualcuno ve le ha raccontate, forse vi hanno fatto pensare che vi sarebbe piaciuto essere al posto di quegli antichi colleghi.
E un giorno siete diventati anche voi Vigili del fuoco.
Sicuramente, non avete fatto questa scelta per fini economici, che non esistono, quello che vi ha indotto ad abbracciare un lavoro pieno di sacrifici, di disagi fisici e ambientali, di fatiche e di rischi estremi è stato l’orgoglio di appartenere ad un Corpo nel quale i colleghi hanno scritto e continuano a scrivere pagine memorabili di fratellanza verso la gente in pericolo, è stato il vostro alto senso di altruismo e di solidarietà, la vostra propensione alla condivisione del dolore delle persone, il fare cose che altri non fanno per paura o incapacità, il correre verso la scena del disastro dalla quale gli altri fuggono, è stata la vostra umiltà, sorella di quella dei Vigili del fuoco, con la quale sempre tutto si dà senza mai chiedere nulla.
Sì, cari ragazzi, certamente, tutto questo fa parte del vostro patrimonio etico e morale: eravate Vigili del fuoco fin dalla nascita.
E quando avete portato a termine i vostri interventi, avete provato ogni volta una grande gioia che vi ripagava di tutte le fatiche e i sacrifici sopportati.
E tutte le volte vi siete sentiti abbracciati dalla riconoscenza della gente alla quale avevate portato soccorso.
Come è capitato ai vostri colleghi al terremoto dell’Armenia del 1988, che provocò 35000 vittime, quando quella volta una donna che non era stata notata, ma aveva capito, si avvicinò e disse semplicemente: “spassiren” (grazie).
Cari ragazzi, nonostante la vostra giovane età, avete imparato a convivere con il rischio ogni giorno del vostro servizio e avete capito il significato del passo della Preghiera del Vigile del fuoco, che recita in un punto:
“Un giorno senza rischio è non vissuto,
perché per noi credenti la morte è vita, è luce”
Caro Matteo, tu hai potuto conservare nel tuo cuore quei sentimenti che ti hanno pervaso dopo aver partecipato al salvataggio di una persona che si voleva suicidare e tu, caro Marco, puoi raccontare i tuoi turbamenti di fronte allo scenario della desolazione di un terremoto e alla disperazione della gente che aspettava da te il soccorso.
E tu, Antonio, quante volte hai sentito battere forte il cuore mentre a sirene spiegate, insieme ai tuoi compagni venivi portato ad operare in posti ignoti.
Ma non tutto, purtroppo, è bello.
Perché il nostro lavoro comporta il lato triste del sacrificio estremo che vi ha impedito di dedicare tutta la vostra vita a quello che più amavate, soccorrere la gente.
Un giorno, una donna, ferma sul marciapiede della caserma Nomentano a Roma, calamitata alla vista della squadra che usciva a sirene spiegate, esclamò:
“e vanno…….e non sanno se torneranno”
Nel 2019, cari Matteo, Antonio e Marco non siete più tornati .
Sant’Agostino ha scritto:
“coloro che amiamo
e che abbiamo perduto
non sono più dove erano,
ma sono ovunque noi siamo”
Cari Matteo, Antonio e Marco, so che non ci avete abbandonati, ma che sarete sempre vicini ai vostri amati e a tutti i Vigili del fuoco nei giorni a venire.
Onore a voi, cari ragazzi,
Onore a voi per sempre.