Era una notte di luna piena, tra un mercoledì ed un giovedì qualunque nel quartiere di Novoli, quadrante nord di Firenze, tutto sembrava trascorrere tranquillamente quando alle 5,33 un boato fece svegliare di soprassalto migliaia di persone. Un crollo, per una fuga di gas, fu la prima ipotesi del danneggiamento a molte unità abitative in un condominio di via Toscanini. Poco dopo però si fece avanti una realtà molto diversa a cui non eravamo abituati, 38 chili di esplosivo erano stati posizionati sotto l’edificio: questo è stato il primo attentato, nella storia d’Italia, contro un’abitazione civile.
L’esplosione provocò danni a 15 appartamenti, facenti parte della scala n.7 del condominio con i civici 3, 5, 7 e 9 di via Toscanini. Fortunatamente le strutture portanti dell’edificio ressero e non si registrarono morti, ma solo feriti, curati negli ospedali fiorentini e che, successivamente non poterono rientrare, per oltre due anni, nelle proprie abitazioni. Il lavoro dei vigili del fuoco, intervenuti con varie squadre, autoscale e piattaforme mobili, iniziò subito febbrilmente per la ricerca di eventuali persone sotto le macerie per proseguire poi con le operazioni di puntellamento e, a sera, i pompieri erano ancora lì, tutti impolverati a collaborare con gli investigatori per la ricerca di eventuali prove.
La stampa non diede al momento un grosso rilievo all’evento, probabilmente per l’assenza di morti, mentre viva fu la riconoscenza degli abitanti della zona verso i vigili del fuoco per la loro opera. Le indagini rivelarono che la natura dei materiali usati per l’esplosione, Pentrite, T4 e Tnt, erano gli stessi utilizzati per la strage di Natale sul rapido 904 del 23 dicembre 1984 nella grande galleria dell’appennino tra Vernio e San Benedetto val di Sambro e per l’attentato all’ufficio postale, sempre a Firenze, in via Carlo d’Angiò del 13 agosto 1985. L’attentato non è mai stato rivendicato e i responsabili non sono mai stati individuati.
di Maurizio Maleci